Flashback. Gennaio 2018. È da qualche giorno che siamo a Catania. Anzi, a Giarre, robustamente coccolati dalla famiglia di Francesca. Pasta al sugo con ricotta al forno grattugiata, carciofi arrosto, involtini siciliani, e poi, al momento del dessert, ecco la sorpresa: il “Tortino al frutto” della Dolceria Pace di Santa Venerina, una delle tante “scoperte” di Onofrio, il papà di Francesca. Uova, latte, burro e macedonia di frutta candita per un dolce profumato che sa di Inghilterra, ma siamo in terra di Sicilia: eccellente! Da Giarre partiamo di prima mattina per la nostra “missione” sull’Etna. Non si tratta di scalare, ma di degustare, naturalmente!
Dobbiamo raggiungere la Contrada Crocemonaci a Randazzo, dove si trova Val Cerasa, l’Azienda agricola di Alice Bonaccorsi e del marito Rosario Pappalardo. A pochi chilometri dall’arrivo ci fermiamo per una sosta caffè e diamo un colpo di telefono ad Alice e Rosario, che ci raggiungono per poi guidarci fino alla vigna. Il cielo è terso, il vento ha spazzato le nuvole e ci troviamo “nel mezzo” fra il Parco dell’Etna e quello dei Nebrodi. Ed è qui che con Alice che iniziamo questa giornata “fuori dagli schemi”. Sì, perché, con un appuntamento preso da Milano e l’aspettativa di una visita “organizzata” alla cantina, abbiamo in realtà passeggiato per la vigna come amici, amici che non si vedono da un bel po’ e a cui si racconta cosa si è fatto, cosa si è costruito negli anni, quali scelte si rifarebbero, e quali invece no.
Diciamolo subito. La vigna, che circa un’ottantina d’anni ed è situata sul versante nord orientale dell’Etna, è bellissima, tutta a terrazze di pietra lavica e colpisce subito la sua eleganza selvaggia, la presenza di “erbacce”. Quelle erbe che i contadini che lavorano in azienda vorrebbero tagliare e che invece Alice insiste per mantenere e che danno ai filari un fascino nuovo. La filosofia è questa: la vigna deve essere toccata poco, tutto deve essere naturale, partendo da qui fino alla cantina, dove la vinificazione viene condotta in modo naturale, senza aggiungere lieviti. Poi il clima ventilato aiuta e tanto: i parassiti non si formano o quasi e non c’è proprio necessità di chimica, il clima va seguito, assecondato. E aiuta.
E il Carricante e il Nerello Mascalese maturano sani. Il primo è un vitigno autoctono, antichissimo a bacca giallo verde, che regala vini minerali, di robusta acidità ma che sanno di zagara, frutta bianca con note di anice. Il secondo, il Nerello, è a bacca rossa. Cresce (come dice qualcuno) tra le ginestre e la lava… poetico ma vero! E ci regala un vino con tannini eleganti, mineralità, ed in bocca arrivano la frutta rossa e le spezie.
Durante la passeggiata veniamo condotti al Palmento della proprietà. Il Palmento è il luogo antico della pigiatura dell’uva, della produzione del vino, un edificio al cui interno si trovano “ordigni” per macinare e vasche in pietra canalizzate in cui il prezioso succo può scorrere e riposare prima di essere posto in damigiane. Oggi abbiamo le Cantine e il Palmento ne è una sorta di antenato, utilizzato dai contadini della Magna Grecia…Non è detto che prima o poi Alice non lo rimetta in funzione! Ce lo ha promesso!
Al termine della passeggiata, Alice ci consegna nelle mani di Rosario con la promessa di raggiungerci per un saluto finale. Ed ecco che entriamo in cantina, dove abbiamo una veloce panoramica di botti e macchinari per uscirne poco dopo pronti alla degustazione… ma ecco la sorpresa! Rosario “apparecchia” con tagliere di salumi e formaggi. Il tutto nel piazzale antistante la cantina, accompagnati dal sole di gennaio, dolcemente tiepido.
Dal salame di suino nero dei Nebrodi, al pecorino siciliano nelle sue diverse sfaccettature, e quindi la tuma (il pecorino più “immaturo”, non ancora salato) fino allo stagionato, anche in versione insaporita con grani di pepe … pipatu! E poi il pane, quel meraviglioso pane di Sicilia che nelle sue varietà ci ha accompagnato in tutta la vacanza.
E a poco a poco, ecco che prende corpo più che una degustazione un aperitivo in piena regola: iniziamo con un bicchiere di Etna Bianco Val Cerasa 2015, 100% Carricante, secco e piacevolmente acido, lievemente fruttato. E anche qui sentiamo il pane, la sua crosta. Non c’è bisogno di sottolinearlo, ma lo facciamo: con il pesce è perfetto!
Passiamo poi al Rosso Relativo. Che bel nome per questo rosato 100% Nerello Mascalese. Un vino che sa di amarena e melograno. Un vino complesso, che non si riesce a inquadrare facilmente, perché si sente anche la noce moscata, la cannella, la viola. Leggero ma durevole in bocca. Fresco e al tempo stesso “complesso”. Ma soprattutto un vino nato dalla volontà di ripetere la tradizione di una macerazione corta, con il mosto svinato presto. Questo “sapore dimenticato” era il vino dell’Etna, questo Alice e Rosario hanno voluto regalarci di nuovo.
Ed ecco arrivare l’Etna Rosso Val Cerasa 2014: 80% Nerello Mascalese e 20% Cappuccio. Frutta rossa e vaniglia, armonico e finemente tannico. Ideale con carni a naturalmente con il pecorino siciliano stagionato, che infatti “addentiamo” senza sosta…
Il clima, i sapori, i profumi e un calice in mano …siamo felici.
Per concludere, Alice ci raggiunge e decidiamo insieme di aprire un’altra bottiglia. Si tratta del Noir 2012. l vino è bianco, anzi è un Giallo… un Noir! Con un gioco di parole è stato battezzata questa speciale lavorazione dell’Etna Bianco che viene svinato e affinato insieme alle fecce fini con battonage giornalieri. E affinato per ben 48 mesi. Il bicchiere ci conquista. Il vino è minerale ma si sentono gli agrumi. E poi la zagara e la frutta bianca, ma qui il Carricante dà vita a un vino dal corpo “irrobustito”, con struttura forte. C’è chi dice che ricorda qualche vino della regione francese Jura…
Eccoci pronti per i saluti, per gli abbracci e per un ultimo consiglio di Alice: assaggiare le famose polpette di patate del Ristorante San Giorgio e il Drago nel centro di Randazzo a cui siamo diretti…. (naturalmente non ci siamo fatti mancare anche la pasta fresca con le erbe dell’Etna, né tantomeno le deliziose salsicce con verdure in padella…).
“Il vino ogni anno è espressione dell’annata intesa come clima, emozioni ed eventi collaterali”. Questa frase è sul sito la www.terratrema.org nella pagina dedicata alla Azienda Agricola Bonaccorsi. E di emozioni ne abbiamo avute tante. Grazie davvero ad Alice e Rosario per averle condivise con noi. (Federico Ferri)
Azienda Agricola Bonaccorsi
Contrada Crocemonaci
95036 Randazzo (CT)
www.valcerasa.com