Ed eccoci con la seconda parte del nostro reportage gourmet da Londra, città che ci piace e ci convince sempre di più. Dinamica, elegante, attraente, ma anche eccentrica, mondana, fantasiosa… Un mondo a parte. Come abbiamo scritto nella prima parte (qui), girando qua e là, tra Spitalfield e Shoreditch, tra Piccadilly Circus e il Tower Bridge, abbiamo scoperto locali e localini davvero intriganti. Bene. Questa volta partiamo da un quartiere delizioso: Spitalfields. Si trova a Est di Londra (la metro è quella di Liverpool Street) e ospita il celebre Old Spitalfields Market, mercato coperto perfetto per una domenica mattina incerta dal punto di vista del tempo… Prima di arrivarci, sosta per la colazione da Verde&Co (40 Brushfield Street, Spitalfields), un locale che si identifica con il nostro concetto di “se-dovessimo-aprire-un-locale-tutto-nostro-lo-vorremmo-proprio-così”. Molto buoni caffè, tè, cioccolatini e cioccolata calda ma soprattutto ottimi i dolci: in particolare, abbiamo apprezzato il Traditional Yorkshire Parkin (con zenzero e avena, dal sapore molto intenso e speziato il giusto) e un delizioso homemade almond croissant (con mandorle a scaglie). Girare per l’Old Spitalfields Market (aperto dal 1600…) è piacevole e non manca qualche chicca “vintage”, tra bigiotteria, abiti, pezzi di modernariato, libri, sciarpe e coperte (di yak, nello specifico, “the new cashmere”, dicono qui…). Lasciamo il mercato per dirigerci al Mercato dei fiori della domenica mattina nei pressi di Shoreditch, sempre in zona (a distanza “walking” dall’Old Spitalfields Market per intenderci). Si tratta del Columbia Road Flower Market e lo si trova anche senza indirizzo, basta seguire il flusso di persone che camminano con piante e fiori in mano per la zona. Per arrivare al mercato, tanti negozietti di casalinghi e stoviglie, anche usate: una meraviglia! Da qui, eccoci in pieno East End, nel cuore di Shoreditch, quartiere fighissimo e imperdibile: locali, negozi bellissimi, arte, design. Atmosfera anticonformista e molto vivace: ci è piaciuto al cubo. Bellissimo perdersi tra le vie ed entrare per una piccola pausa da Albion (4 Boundary Street), locale molto semplice e carino, che produce dolci e pane, con piccola rivendita di prodotti (prevalentemente british). Altro locale piacevole per una sosta è il bellissimo Barber & Parlour (64-66 Redchurch Street): al piano di sotto c’è un piccolo cinema (una chicca), al primo “terra” una caffetteria con arredi vintage e angoli tutti diversi, con sgabelli, poltrone, tappeti. Si può prendere un caffè o fermarsi per il pranzo “organic”, con deliziose insalate. Il brunch della domenica è un momento perfetto per una visita: uova in ogni modo, zuppe, sandwich, lasagne vegetali… (Qui sotto uno scatto, tratto dal loro sito).
Sempre in zona, piacerà parecchio alle food-blogger il negozio Labour and Wait, “prodotti tradizionali per la casa”: vendono dalle cocotte alle tovaglie, mestoli laccati e ciotole… Tutto molto stiloso. Passeggiando ci ha colpite il chiosco J-Dog, ovvero Japanese Style Hotdog: una goduria! E lo testimonia la fila di gente che aspetta con pazienza il proprio hotdog alla giapponese. È buonissimo e merita una sosta anche solo per vedere la gestualità dei ragazzi del chiosco nel comporre il panino…
La nostra giornata è stata illuminata dal pranzo da Ottolenghi Spitalfields (50 Artillery Lane): che meraviglia! Il locale dello chefstar Yotam Ottolenghi, nato a Gerusalemme (imperdibile, by the way, il suo libro di ricette “Yerusalem”) ma di origini italo-tedesche, che propone una cucina saldamente incentrata sulle tipicità e i sapori della sua terra natia. Il locale (qui sopra uno scorcio) offre una grande varietà di specialità gastronomiche mediterranee, fusione culturale tra le tradizioni musulmana, ebrea e cristiana. La formula permette di scegliere dal menu due o tre assaggi a propria scelta, tutti preparati con ingredienti bio e super selezionati, di alta qualità. Tra le nostre scelte, da urlo le Melanzane grigliate, yogurt, mandorle, le Patate dolci arrosto con melanzane, basilico e noccioline, l’imperdibile Hummus, una deliziosa torta salata con bacon al timo e una quiche con formaggio di capra, cipolla caramellata, pomodorini secchi. Il capitolo pane (fantastica la pagnotta preparata con lievito madre) e dolci meriterebbe un post a sé: ci siamo “consolate” con una crostata alle fragole e un assaggio di torta senza farina al limone. Insomma, sapori del Mediterraneo che sposano quelli del Medio Oriente: non esiste al mondo una proposta più golosa di questa… Ultima sera a Londra, un po’ di sana vita “social” ci sta bene. E dove se non al The Shard? In Tooley Street, a sud del Tamigi, c’è “la scheggia” che, dice Wikipedia, è un grattacielo a Southwark che con i suoi 310 metri d’altezza è il più alto dell’Unione europea ed è 45esimo del mondo. Progettato dal nostro Renzo Piano, è coperto interamente in vetro. In cima, al 31esimo piano, c’è l’Aqua Shard, che grazie alle pareti-vetrata offre una vista panoramica a 360 gradi sulla capitale britannica: si vede tutto, il Tower Bridge, la ruota, il Parlamento… uno spettacolo! Obbligatorio un bicchiere di vino, da sorseggiare gustandosi l’atmosfera patinata e rampante. Prima di prendere l’aereo e di salutare Londra per un po’, ci siamo dirette da un altro Topchef, uno di quelli che non puoi non provare almeno una volta nella vita: Sua Maestà Gordon Ramsay, che non dobbiamo certamente noi “introdurvi”. Già lasciare Londra è un colpo al cuore, farlo dopo esserci sedute un paio d’ore nel suo gastro-bistrot poco fuori dal centro, con vista e terrazze sul Tamigi (date un’occhiata alla foto, tratta dal sito, in cima a questo post), in un quartiere-darsena tranquillo e residenziale è…dolorosissimo. Al The Narrow di Ramsey (44 Narrow Street, Limehouse), che offre un menu tradizionale inglese, con qualche incursione “europea”, e prezzi assolutamente abbordabili, ci siamo concesse il piatto classico della gastronomia britannica, il Fish & Chips. Che qui chef Ramsay ha tradotto in un filetto di haddock impanato con una pastella alla birra, servito con una (ottima) salsa tartara, patate fritte e quenelle di puré di piselli e menta. Il tutto accompagnato da un vinello fresco, le chiacchiere delle amiche, qualche battuta con altri avventori del ristorante, una vista meravigliosa sul fiume. Bellezza. See you soon, London!
#alondrasimangiabene
penso di essere l’unica foodblogger a non essere ancora andata a Londra, mi ritiro dietro la lavagna….Segno anche questi indirizzi, un bacione
interessante
Ciao Chiara, hai tutto il tempo per rimediare…. In compenso a me manca un sacco di Grecia….:-)
un abbraccio!