“I sapori dimenticati”: il nostro terzo libro!

Signori, sì. Non è un sogno. È in libreria anche il nostro terzo libro. Il terzo. Che emozione! Dopo “A Milano si mangia bene” e “Le farine dimenticate” è ora la volta di “I sapori dimenticati”, edito sempre da Gribaudo/Feltrinelli (http://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/i-sapori-dimenticati/#descrizione).

“I sapori dimenticati” ha catturato l’attenzione dei media in modo davvero inaspettato: è uscito in anteprima sul “Corriere della Sera” e su “Il venerdì di Repubblica”, che gli ha dedicato una pagina intera (top!), siamo state ospiti addirittura della trasmissione Rai “Il caffè di Rai Uno” per presentarlo. E poi recensioni su “Donna Moderna”, su “Cucina Moderna”, su “Casa Facile”, su “SalePepe.it” ma anche su “Oggi Cucino”, su “Note” (il magazine di Ferrovie dello Stato) persino su “Spy” e molti altri magazine. Il motivo del successo? L’argomento. Semplicemente. Con “I sapori dimenticati” infatti abbiamo voluto fare un’incursione nel mondo delle spezie, degli odori, delle erbe, dei liquori, certi ingredienti dal gusto antico, che in passato non mancavano (quasi) mai in cucina. E che poi, nel corso del tempo, sono stati “abbandonati” con troppa leggerezza o esclusi dalle ricette “anche dove sarebbero più opportuni e necessari” come sostiene Pellegrino Artusi. Secondoi noi, invece, “la cucina è memoria, non oblio: è tramandare le ricette da mamma a figlia, da zia a nipote. Oggi più che mai. Frammenti indelebili, definiti, precisi, legati a un mosaico di ricordi. Ecco perché abbiamo voluto fare un piccolo viaggio nel tempo, immaginando di andare a sbirciare nelle credenze, nelle cucine, negli orti e nelle borse della spesa di nonne e bisnonne per (ri)trovare certi sapori un po’ vintage, belli da ricordare per non perdere quel legame con la buona cucina di una volta, quella cucina sana, appagante e decisamente ingegnosa che spesso scorgeva nei profumi e nelle erbe di campo l’impronta più caratteristica per i propri piatti. La necessità di sfruttare nel modo migliore ciò che la natura metteva a disposizione ha aiutato a trasformare risorse inusuali e povere (come l’ortica, per esempio) in componenti essenziali della cucina di “necessità” diventata in seguito tradizione. Ingredienti sospesi nel tempo, che ancora oggi possono recitare il loro ruolo nella cucina moderna e che ultimamente hanno ritrovato la luce dei riflettori grazie anche ai grandi chef, che li stanno riscoprendo e riproponendo ai commensali.

Aneto, timo, fiori di sambuco passando per tarassaco, rosolio, chiodi di garofano. Ma anche fichi secchi, capperi, pinoli, protagonisti di innumerevoli classici della cucina regionale. Del resto, avete mai pensato a come ci influenzano certi piatti con i quali siamo cresciuti, che ci accompagnano sin dall’infanzia e che si tramandano di generazione in generazione? Assaporati e mai più dimenticati. Come quel profumo inconfondibile che aveva la besciamella della nonna, completata immancabilmente da una generosa grattata di noce moscata. O quello strudel di mele con le uvette, aromatizzato alla cannella, che associamo in automatico alla neve, alle gite in montagna, alle domeniche di festa. I sapori che non vogliamo dimenticare…”. Che ne dite? Facciamo questo viaggio insieme? Buona lettura!

“I sapori dimenticati”

di Simona Recanatini e Sonia Sassi

Gribaudo/Feltrinelli (euro 14,90)

#isaporidimenticati

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