Cartoline (gourmet) da Londra (I parte)

 

londra okkkk

“Amo l’Asia, impazzisco per New York, andrei a Parigi ogni mese …ma solo ‪Londra‬ possiede completamente il mio cuore”. Eh sì: una metà dell’Albero della Carambola è follemente innamorata di Londra (e l’altra metà è sulla buona strada). E come non esserlo? Città attraente, elegante, dinamica, sobria ma anche eccentrica, mondana, fantasiosa… Potremmo continuare all’infinito ma forse c’è un termine che li raggruppa tutti: “londonism”. Un mondo a parte. Semplicemente. Ci siamo tornate di recente, proprio in concomitanza con l’inaugurazione di Expo Milano 2015 (by the way, fu proprio Londra a ospitare la prima Esposizione Universale, nel 1851, ad Hyde Park, nel Crystal Palace…). Questa volta ci siamo concentrate sul lato food della città inglese, in particolare sui grandi classici del panorama londinese della ristorazione. Ma girando qua e là, tra Spitalfield e Shoreditch, tra Piccadilly Circus e il Tower Bridge, abbiamo scoperto locali e localini davvero intriganti. Posti con l’anima, quelli che ci fanno impazzire. E pazienza se i prezzi, accidenti, molto spesso sono proprio assurdi… Ma a una città così “perfetta”, con i mezzi pubblici impeccabili, moderna e scattante, siamo disposte a concedere anche questo. Da dove cominciamo? Procediamo con ordine, dal primo giorno. Dalla nostra casa in affitto a Prince of Wales Terrace, proprio di fronte a Kensington Palace (con tutta la ressa di fotografi e giornalisti che presidiavano la residenza ufficiale di William e Kate, in gran fermento per la nascita della Royal Baby Charlotte, proprio in quei giorni…) abbiamo attraversato Hyde Park, uno dei Parchi Reali, verso Marble Arch e ci siamo fermate per un caffè al Serpentine Bar & Kitchen (Serpentine Road, Hyde Park): posticino delizioso, con le vetrate sul Serpentine Lake, che divide in due il parco. Siamo state fortunate e siamo incappate nelle esercitazioni della Household Cavalry Mounted Regiment, i ‪‎cavalli‬ della ‪‎Regina‬: che spettacolo!

barbecoa OK

 

Da Marble Arch ci siamo dirette a Oxford Street per un po’ di sano shopping, passando per Regent Street e Bond Street. Sosta per il pranzo in un pub classico, Taylor Walker (8 Woodstock Street), dove abbiamo ordinato birra e jacket potato (specialità anglosassone) con cheese e bacon. Ci siamo tenute leggere sapendo che in tasca avevamo un bel tavolo prenotato al “Barbecoa”, il BBQ restaurant di Jamie Oliver nel cuore di Londra, situato al primo piano del complesso One New Change di Jean Nouvel (20 New Change Passage). Che dire: il ristorante è bellissimo, con una vista suggestiva sulla cattedrale di St. Paul, che sembra davvero far parte del locale. L’ambiente è piacevole e informale, con moti divanetti, tavolini tondi, camerieri cordiali e premurosi. La cucina del Barbecoa è incentrata sulla carne (che campeggia in bella vista, stile macelleria, all’ingresso del ristorante…) e sui suoi stili di cottura (si va dagli affumicatori texani alle griglie giapponesi passando per barbecue e forni tandoori). La cena è iniziata con i Crispy Calamari, calamari fritti (buoni, croccanti, morbidissimi) serviti con peperoni rossi alla griglia e salsa romesco. Abbiamo ordinato anche il Barbecoa Sourdough, il pane “maison” fatto con lievito madre, servito con un curioso Chicken Butter (delizioso…). Come piatto principale abbiamo assaggiato l’ottimo e tenerissimo Mexican Chicken e lo Slow-Roasted Pit Beef, una carne tipo girello, cotta lentamente alla griglia con un’intrigante salsa dolciastra. Il dessert? Un’ottima Peanut Butter Cheesecake, con un fondo di ciliegie nere. Una curiosità: le lampade a grappolo che campeggiano vicino alle vetrate del ristorante sono un omaggio alle canne dell’organo di St.Paul Cathedral… Che chic. Uscendo dal locale, obbligatorio proseguire sulla destra per New Change Passage, prendere gli ascensori e salire al Madison per un drink o semplicemente per godersi un panorama mozzafiato sulla città: spettacolare! Il giorno dopo, passeggiata a Kensington Palace e ai suoi incantevoli giardini, con una visitina all’Orangerie (imperdibile per il classico tè delle cinque con le tartine salate…), un luogo dove si respira realmente l’atmosfera “reale” della zona e si ha la sensazione di far parte dell’alta società inglese…

granger

Ci siamo poi dirette a Notting Hill, con una speranza: riuscire ad accomodarci da “Granger & Co.” (175 Westbourne Grove), il gettonatissimo locale dello chef australiano Bill Granger (non si può prenotare). Ebbene: siamo state fortunate e dopo un’attesa di mezz’ora (le code sono sempre lunghissime…) un tavolo era nostro! Il locale è vivace e informale: abbiamo ordinato caffè lungo (il “white americano”) e succo d’arancia e, dalla selezione dei Bill’s Classic, abbiamo preso il Fresh aussie (con un ottimo salmone affumicato al tè, uova poché, avocado, insalata e pomodorini) e il Full aussie (con cremosissime scrambled eggs, pane tostato, bacon, pomodori alla griglia cumino, funghi al miso). E, dulcis in fundo, i Ricotta hotcakes, banana & honeycomb butter (da urlo!). Piatti tosti e appaganti, conditi da un’atmosfera piacevolissima e rilassata, tipica del sabato. Ci piace. Eccome. Dopo, d’obbligo una passeggiata nelle vie del bellissimo quartiere, pieno di negozietti di abbigliamento, fino ad arrivare a Portobello Road e al suo pazzo mercatino. Con un autobus ci siamo poi dirette a Piccadilly Circus, nel cuore di MayFair, per una “religiosa” sosta da Fortnum & Mason (181 Piccadilly), fornitore ufficiale della Casa Reale Inglese: sette piani dedicati all’arte del “ricevere”, tra tè, marmellate, biscotti, miele, argenterie…con la possibilità di accomodarsi per un tè (con strepitosi scones, of course…). Altra meta del pomeriggio: Seven Dials, con le sue viette zeppe di locali e negozi oltre a Candy Cakes in Monmouth Street e Lola’s Cupcake in Neal Street (ma ce ne sono in tutta Londra). Necessitavamo di una pausa e abbiamo optato per una limonata fresca al Canela (33 Earlham St, Covent Garden), piacevole locale portoghese. Se capitate in zona, un ottimo indirizzo per la cena è Busaba Eathai (44 Floral Street), catena di locali di cucina Thai che a Londra sta letteralmente spopolando: in tavolate conviviali, da provare i curry vegetariani, il loro Pad thai e i molti piatti a base di tofu. Di rientro a casa, d’obbligo la spesa da Whole Food Market (63-97 Kensington High Street) per una cena di ispirazione fusion (zuppa di carote, pane, stilton, hummus e vino cileno)… A presto per la “seconda puntata” del nostro Reportage Londinese. Stay tuned!

#alondrasimangiabene

3 Comments
  1. E pensare che per tantissimi anni non mi attirava per niente questa città. Poi ci sono stato per la prima volta per una lunga coincidenza e me ne sono innamorato.
    Mi tengo appuntati alcuni di questi posticini per la prossima volta.

    Fabio

  2. Eh si Fabio…Londra è cresciuta e ha tanto tantissimo da dire e offrire anche sul lato food. Unica pecca: prenotazioni (obbligatorie…) e prezzi nn proprio easy… un abbraccio

  3. se Parigi val bene una messa(anche per chi non è religioso) credo che Londra valga ben un porcellino da frantumare pieno di monete, segno tutto e vado a leggermi la seconda parte, niente tacco 12 per Londra, vero?Un bacione

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