Un weekend a Parigi: 5 ristoranti da provare

Chi segue il nostro blog sa che da queste parti è in corso una vera e propria storia d’amore  tra noi e Parigi… Che città, ragazzi! Sa sempre come farti girare la testa, come rapirti, sa farti arrossire, sa essere sexy e romantica allo stesso tempo, ti seduce a tavola e con il cielo. Sa farsi amare nei suoi luoghi più iconici ma soprattutto in quelli “segreti”, in cui ci si imbatte per caso, perdendosi una mattina di un weekend qualunque… Parigi. Non è facile riferire in modo logico i nostri appunti di viaggio: anche questa volta siamo state a spasso per la Ville Lumière in libertà (tra deliziosi negozi e piazzette romantiche, luoghi del cuore, ristoranti e piacevoli scoperte) armate solo di indirizzi di bistrot.

Sì perché il filo conduttore di questo weekend lungo a Parigi è stato, ancora una volta, il cibo. Vi lasciamo dunque i nostri suggerimenti sui 5 ristoranti da provare a Parigi, che mixano tradizione e innovazione. Voilà:

POLIDOR

41 Rue Monsieur le Prince, 75006 Paris

Questa è una chicca: è un classico ristorante parigino, ma qui hanno girato una scena del film ” Midnight in Paris” di Woody Allen. Locale accogliente, aperto dal 1845, propone piatti tipici della tradizione francese. Ottimo il loro Boeuf à la bourguignonne.Non accettano carte di credito.

CHEZ OMAR

47 Rue Bretagne, 75003 Paris

In questo ristorante marocchino non accettano la prenotazione, quindi spesso vi ritroverete ad affrontare lunghe code per entrare. Meglio presentarsi presto per essere sicuri di avere un tavolo. Superato il bellissimo bancone di zinco, tipico parigino, ordinate il mitico couscous: secondo noi il vegetariano è top!

BRASSERIE LIPP

151 Boulevard Saint-Germain, 75006 Paris

Se siete nel quartiere di St. Germain a tarda ora e vi viene fame..niente paura. La più famosa brasserie di Parigi vi accoglierà a braccia aperte. E’ un vero e proprio monumento storico e lo testimoniano i decori dei primi del Novecento, grandi specchi, maioliche e affreschi. Camerieri old style super efficienti faranno dimenticare qualche pecca dei piatti e un conto non proprio leggero.

BISTROT VIVIENNE

4 Rue des Petits Champs 75002 Parigi

Aperto la domenica a pranzo (cosa non così scontata a Parigi…), il Bistrot Vivienne si trova all’interno della Galerie Vivienne, un luogo magico: costruita nel 1823, è un passaggio coperto elegante e ricco di fascino, con negozi, bar, una splendida libreria. Tappa obbligata. Qui cercate il Bistrot Vivienne, un locale dove potete fare colazione, pranzare e cenare. Propone una cucina francese convincente e di qualità, come questa ricca e corroborante Soupe à l’oignon gratinée.

RESTAURANT CHAMPEAUX

Forum des galles La Canopée, Porte Rambuteau 75001 Paris

“Madame, voilà le soufflé”. Confessione: è stato il mio primo soufflé e non potevo scegliere luogo migliore per questo “debutto” ovvero la brasserie contemporanea di monsieur Alain Ducasse, il “Restaurant Champeaux” situato sotto la Canopée del Forum Les Halles: merita. Propone i grandi classici della cucina francese in versione alleggerita. Quindi non ci si sente troppo in colpa mentre si affonda il cucchiaio nel soufflé al formaggio, all’aragosta o al cioccolato. Perfetto a pranzo ma anche per la colazione o per un “apéritif dinatoire” (espressione meravigliosa… vogliamo paragonarla con il nostro odioso aperi-cena?). Tzé.

PS: mentre scriviamo scopriamo che “A Mère” si prende una pausa e tutta la squadra sarà presto impegnata in una nuova avventura. Che sia Parigi o Milano (noi desideriamo fortemente Milano…) non importa, a Mauri e a tutti i ragazzi il nostro più grande in bocca al lupo per tutto quello che succederà. Ecco, comunque, il nostro racconto della cena da “A Mère”. Perché il cibo è vita e le esperienze rimangono:

A MÈRE

49 Rue de l’Èchiquier 75010 Paris

Parliamo di un luogo del cuore. Parliamo di nostalgia. Parliamo di Mauricio Zillo. Dopo averlo conosciuto e amato a Milano, quando lavorava al Pont de Ferr prima e al Rebelot dopo, lo chef brasiliano classe 1980 si è trasferito a Parigi con Francesco Ruggiero per dedicarsi anima e corpo al suo ristorante: A mère. Qui la materia prima è usata con magia e declinata in piatti moderni e creativi. Originali. Mauricio si diverte con gli ingredienti, con i contrasti, con le sfumature dei sapori, e ha portato scompiglio nel panorama della ristorazione francese. Un “rebelot” che è piaciuto ed è stato premiato: recensioni, articoli, la guida Michelin. Qui sotto Capasanta, patata dolce, wasabi. Pochi piatti in menu, che cambiano molto spesso e si basano sulla stagionalità. Vini (e champagne) top. Ok Parigi, ok. Ma se Mauricio tornasse a Milano noi saremmo felice, ecco.

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