Cartoline da New York (e il Sushi croccante!)



New York! Oh, New York… Come promesso, eccoci pronte con un piccolo reportage dalla città più intrigante del mondo. Per parlare della nostra trasferta a NY partiamo dalla cosa più brutta in assoluto: doverla lasciare. Sì, il viaggio in taxi verso l’aeroporto JFK e il volo di rientro sono un brutto colpo da sopportare. Concedeteci questa parentesi di (profonda) amarezza, che compensiamo affrontando subito il lato per noi più affascinante della Grande Mela: il suo profilo. Ma quando è bella? Vista dall’alto, dai ponti, dai grattacieli, dalle casette basse con le tipiche scale antincendio, di notte o al tramonto è sempre uno spettacolo che lascia senza parole. Accogliente, easy, socievole, sexy: New York fa sentire a proprio agio in ogni angolo, nelle viette del Village o di Tribeca, a Soho o a Central Park, nel Meatpacking o a Chelsea.



In questa nostra recente vacanza ci siamo concesse un po’ di sfizi, soprattutto in ambito enogastronomico. Ma non solo. È stato bello andare ad Harlem il giorno di Pasqua, mescolate tra la folla, ad ascoltare i gospel (lacrime e brividi…), andare a Broadway a vedere il musical dell’anno (“Motown”: wow!), visitare il Withney Museum (con capolavori come il Second Story Sunlight di Hopper o le sculture di Calder), prendere un Cosmopolitan in cima allo Standard Hotel, nei pressi della High Line, guardando l’Empire e l’Hudson, fare a piedi il ponte di Brooklyn e pranzare su una panchina di Dumbo, girare senza meta nelle stradine dall’aria “bohémien” dei quartieri del Greenwich, curiosare al Chelsea Market…

In mezzo? Shopping, vetrine, musei, pause golose, incontri, chiacchiere, passeggiate, panorami. Partiamo dal capitolo “dinner”: esperienze più che soddisfacenti! Ottima la cena al bellissimo Spice Market (403 West 13th Street, NY 10014 Tel. 212.675.2322): un piatto fantastico è stato il Crispy Sushi con una maionese al chipotle (un peperoncino affumicato tipico della cucina messicana), delizioso il Salmone con crema di piselli e asparagi bianchi. Interessante esperienza anche al Buddakan (75 Ninth Avenue, NY 10011 Tel. 212.989.6699) locale trendy e dall’atmosfera patinata, che vale sempre la pena visitare. Propone una buona cucina asiatica moderna: meritano una nota i Carrot Dumplings (a forma di carota: carinissimi!), gli involtini primavera con tonno crudo, i piccantini Wok Noodle con verdure e funghi e l’intrigante pollo al limone e basilico. Sempre fighissimo e sempre cool il Balthazar (80 Spring Street, NY 10012), uno dei punti di riferimento per la ristorazione d’alto livello nella Grande Mela: l’atmosfera e la cucina (buona la zuppa di cipolle gratinata e il coq au vin) sono di impronta francese ma entrando si respira un’aria profondamente newyorchese. Una magia. Ambiente più intimo al The Dutch (131 Sullivan Street. NY 10012 Tel. 212.677.6200), davvero un bel posticino: sedute su comodi divanetti in pelle abbiamo assaggiato, tra le altre cose, una originale “cotoletta”di razza con cavolo rosso e mele e un’ottima pie al rabarbaro con gelato alla panna.

The Spotted Pig (314 West 11th Street NY 10014 Tel. 212.620.0393), ristorantino carinissimo con arredi vintage, propone una cucina americana con influenze europee e molte verdure: sfizioso il crostino con formaggio di capra e ottime le loro patatine a fiammifero. Il migliore hamburger di questa vacanza l’abbiamo mangiato da Burger Joint: arrivarci è un’esperienza da 007, dal momento che il locale (senza alcuna insegna) è letteralmente nascosto dietro una tenda nella hall del sofisticato Hotel Le Parker Meridien (119 West 56th Street). Dopo una lunga fila, si afferra un foglietto, si effettua la propria scelta, si ordina, si ritira l’hamburger e ci si accomoda per gustarsi una signora “svizzera”, ben cotta, accompagnata da un ottimo pane.

Per una cena veloce in un’atmosfera che ricorda i classici diner anni Cinquanta segnaliamo The Smith (1900 Broadway Tel. 212.496.5700): belle luci, piastrelline bianche alle pareti, pavimento a scacchi bianchi e neri, patatine fritte e un generoso hamburger con salsa “speciale”.
Nella prossima “puntata” parleremo di pranzi, merende e pause golose.
Intanto, ecco una nostra interpretazone dell’ottimo Crispy Sushi assaggiato allo Spice Market di New York, preparato in questo caso con una salsa olandese (ricetta dell’Artusi, “La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene”), che sta benissimo con il pesce: pensate che questa sauce hollandaise comparve in Francia nel Cusinier Moderne di La Chapelle già nel 1735… Un nostro personalissimo omaggio alla cucina del Balthazar e dello Spice Market: vi piace?

“Crispy” Sushi con salsa olandese (dell’Artusi)
Ingredienti:
160 gr di riso
5 ml di aceto
mezzo bicchiere di vino bianco
olio extra vergine di oliva
aceto di mele
sale
filetti di pesce crudo
pangrattato
1 uovo
per la salsa olandese:
70 g di burro (chiarificato)
2 tuorli
1 cucchiaio di succo di limone
acqua
sale e pepe
Preparare il risotto: in una casseruola far tostare il riso, sfumare con il vino, far evaporare e bagnare poco alla volta con acqua calda. Quando il risotto è pronto, togliere dal fuoco, aggiungere l’aceto e regolare di sale. Far intiepidire il riso stendendolo su un piatto o una teglia ricoperta di carta forno, poi con l’aiuto di un coppa pasta rettangolare o ovale (ma anche con le mani…) formare delle “crocchette”. Pressarle bene e passarle prima nell’uovo sbattuto, poi nel pangrattato. Friggerle in olio bollente finché diventano dorate. Con la carta assorbente da cucina eliminare l’unto in eccesso.
Preparare la salsa olandese: sciogliere il burro in un pentolino, senza scaldarlo troppo. A bagnomaria, montare con la frusta i tuorli con un mezzo guscio d’uovo di acqua e versare il burro poco alla volta. Quando il composto si sarà condensato aggiungere il limone e per ultimi il sale e il pepe. Quando avrà raggiunto una consistenza densa togliere dal fuoco e tenere al caldo, sempre a bagnomaria, fino al momento di servirla.
Posizionare le crocchette di riso su un piatto, completando ogni “boccone” con dadini di pesce crudo (potete usare branzino, tonno, salmone…) e un po’ di salsa olandese. Servire immediatamente aggiungendo a piacere erba cipollina o basilico.

13 Comments
  1. Davvero vi è piaciuto il Burger Joint? Per me È stata un’esperienza più che deludente… 40 minuti di fila per entrare in un locale piccolissimo, buio e sporchissimo! L’hamburger poi… Non parliamone a me non è’ piaciuto per niente, o almeno non l’ho trovato tale da fare la fila…piccolo ( se ci si arriva dopo una giornata a piedi a New York, c’è n’è vogliono almeno due per saziarsi 🙂 ) e davvero niente di che…sono meravigliata di sentire che voi che siete due verde ‘foodie’. L’abbiate apprezzato 🙂 Fulvia

  2. Che belle immagini, che racconto sognante! hai ragione, tornare da new york deve essere un colpo al cuore. non c’è città al mondo che possa eguagliarla. grazie per aver condiviso con noi i vostri ricordi, le vostre impressioni e le vostre fotografie!

  3. splendida NY, io ci sono stata l’anno scorso con un’amica proprio a metà aprile, noi da burger joint ci siamo state due volte, che figata! 😀

  4. Ciao Fulvia, non solo l’abbiamo apprezzato ma…lo consigliamo sinceramente! Per noi non è stata un’esperienza deludente bensì una serata diversa e divertente. Spiazzante trovare un posto così “verace” nascosto all’interno di un contesto lussuoso e patinato come Le Meridien! La fila per noi è stata veloce, abbiamo chiacchierato divertite con altri avventori, compilato il fogliettino per comporre il nostro hamburger (cetrioli e senape, come piace a noi!), ci siamo accomodate insieme a un gruppetto di francesi sugli sgabelloni e…quando abbiamo ritirato il nostro “pacchettino”…che felicità 🙂 Sulle dimensioni: noi abbiamo gradito (finalmente!) una dimensione umana dell’hamburger rispetto ai giganteschi panini che dilagano in città. Come abbiamo scritto, merende e pause golose sono state all’ordine del giorno nella nostra vacanza. E poi: de gustibus! Assolutamente! Grazie per essere passata da noi e grazie per il tuo commento.

  5. Io ancora piango dall’ultima volta che l’ho lasciata e spero di rivederla presto, perché non ci si annoia mai, è sempre diversa, insomma, lì ci sentiamo come a casa nostra, stiamo bene. E poi ora ho anche la scusa di tanti posticini dove andare a mangiare da scoprire.

    Fabio

  6. Fabio…è davvero una città magica. Il fatto che ci si senta a proprio agio dal primo secondo che ci si mette piede è il commento che si sente più spesso e secondo noi è uno dei più bei complimenti che si possa fare a una città! Un abbraccio !

  7. Le tue foto mi hanno fatta volare con la fantasia, non vedo l’ora di andare anche io nella Grande Mela… è un sogno che spero di poter realizzare questa estate!
    Deve avere veramente un fascino unico 🙂
    Carinissimi anche i tuoi “crispy roll”, super golosi con la salsa olandese… io la adoro!!
    Complimenti e piacere di conoscerti 🙂

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