Papassinos al Mirto (e non solo…)


L’uscita del nostro libro “A Milano si mangia bene” (leggete qui!) ci ha proiettate in un vortice di emozioni, di brindisi, di stati d’animo particolari. Felicità pura ma anche un po’ di ansia: è una situazione che non capita proprio tutti i giorni… Per staccare un po’ la spina, e festeggiare con i nostri amici, per il ponte di Ognissanti ci siamo “regalate” un bel weekend fuoriporta nei dintorni di Parma. Una cena alla Locanda Mariella (il nostro rifugio del cuore e dell’anima…) e, il giorno dopo, una visita a “Vini di vignaioli. Vins de vignerons”, bellissima fiera dedicata ai vini biologici, in scena a Fornovo. Un duetto memorabile. Da dove cominciamo? Dalla fiera. E dalle decine e decine di assaggi (non solo di vino per la verità). Per raccontarvi che cos’è “Vini di vignaioli” prendiamo in prestito le parole del sito: “La ricchezza dei differenti terreni, in Italia e in Francia, è eccezionale. L’incontro di quei vignaioli italiani e francesi che lavorano con vitigni autoctoni e propongono un’interpretazione personale del loro terreno, permette a un vasto pubblico di scoprire e approfondire la conoscenza di questa ricchezza. (…) Capire la terra, la vigna e il vignaiolo significa capire il vino nella sua più autentica dimensione. La verità del vino è il linguaggio di chi lo fa e ognuno dei vignaioli presenti a Fornovo Taro è tra coloro che mettono nel vino, oltre alla verità della terra e della vigna e alle competenze tradizionali, la loro personalità. Il vino è vera espressione di cultura ed è proprio questo che la manifestazione vuol far rivivere ai visitatori”. L’atmosfera che abbiamo respirato durante la fiera è stata davvero piacevole: tutti i produttori erano a disposizione dei visitatori non solo nell’offrire assaggi dei propri vini ma soprattutto nel raccontare con passione (e qualche volta con molta pazienza…) come questi vengono prodotti. I metodi di coltivazione, produzione e affinamento del vino sono condivisi con noi, consumatori appassionati. Fra i vari acquisti fatti ci piace segnalare il Faugères del 2012 di Clos Fantine, gli eccellenti champagne di Francis Boulard (Blanc de Blancs e Les Murgies), poi il Pinot Grigio del 2012 di Laurent Bannwarth (vin d’Alsace davvero particolare, da gustare con i formaggi) e naturalmente gli ottimi vini di Francesco Cirelli: il Trebbiano (in carta persino all’Osteria Francescana…), il Cerasauolo e naturalmente il Montepulciano d’Abruzzo tutti rigorosamente affinati in Anfora! Alla fiera non ci siamo lasciate scappare i formaggi di Gregorio Rotolo da Scanno (AQ), prontamente definito dal nostro amico Federico “un genio, un benefattore del gusto, un uomo da frequentare assiduamente con visite in loco”. E siamo d’accordo con lui.  Tra i non plus ultra della sua produzione, meritano il viaggio il suo formaggio Francesco (formaggio di vacca, pecora e capra a latte crudo), la sua ricotta stagionata (strepitosa!), il Muffato, il caciocavallo barricato (affinato in barrique di Montepulciano con vino: da urlo!). Passiamo alla cena alla Locanda Mariella, dominata dal tartufo e completata da vini eccellenti. Abbiamo già espresso la nostra passione per questo ristorante tempo fa (qui), ma nel periodo del tartufo…ragazzi, che meraviglia! Questa volta abbiamo assaggiato lo Sformatino di patate con crema di zucca e la mitica Polentina con fonduta al tartufo (il suo sapore e la sua consistenza sono la migliore “medicina” per lo spirito che esista al mondo!). Poi la Crema di patate e carciofi, Tortelli di patate e Rollatina di faraona cotta al vapore: tutti e tre i piatti erano completati con tartufo nero. Per “cambiare” abbiamo assaggiato anche il celebre Guancialino di vitello brasato con polenta: un bijoux. Durante la cena abbiamo abbinato ai piatti, nell’ordine, uno champagne Mallol-Gantois, blanc de blanc Grand Cru (un piccolo vigneron della Cote des Blancs, che produce champagne molto minerali e… semplicemente fantastici), poi un Riesling alsaziano 2011 (Domaine Sylvie Spielmann, che buono!) e due rossi particolari: un Pinot Nero del 2008 di Dalzocchio, vignaiolo di Rovereto, un vino prodotto in modo naturale in tini di rovere senza lieviti ed enzimi e senza interventi di concentrazione, e un Chianti davvero eccezionale: Riserva 2004 dell’Azienda Agricola Casale di Certaldo, in provincia di Firenze (abbiamo avuto il piacere di conoscere il proprietario, per caso, qualche ora prima della cena: gustare il vino dopo aver ascoltato la sua storia e il suo racconto diretto sul suo mondo e sulla sua famiglia, viticoltori dal 1770, ha aggiunto un tassello particolare alla cena…). Bellissimo. Per chiudere questo post all’insegna delle “eccellenze” enogastronomiche, vi lasciamo con una strepitosa ricetta, facile e stracollaudata: i papassini (o pabassini, da pabassa, l’uvetta sultanina in sardo). Questa è la ricetta di Vittorina, amica di famiglia (che ringrazio pubblicamente anche questa volta per la ricetta, pubblicata qui). Sono un’idea per dei biscottini da regalare agli amici, confezionati in sacchettini trasparenti o in scatoline di latta.

 
Papassinos al Mirto
 
Ingredienti:
 
500 g di farina

300 g di noci e mandorle sgusciate
300 g di uvetta sultanina
300 g di zucchero
200 g di burro
3 uova
1 bustina di lievito
Scorza d’arancia e di limone
Mirto

Per la glassa (o “cappa”):
220 g di zucchero a velo
1 albume
confettini argentati

Pestare nel mortaio noci e mandorle fino a formare un composto uniforme, lasciando qualche pezzetto più grosso. Unire la farina, il burro a temperatura ambiente, le uova, la scorza d’arancia e di limone. Amalgamare bene tutti gli ingredienti e aggiungere l’uvetta sultanina (fatta rinvenire per qualche minuto in una tazzina con un po’ di Mirto diluito con poca acqua tiepida). Stendere bene l’impasto ottenuto (dovrà avere lo spessore di circa 1 cm) e formare dei rombi. Posizionarli in una teglia ricoperta di carta forno. Infornare a 180° per 20 minuti.  Togliere dal forno e completare i papassini con la glassa (preparata semplicemente mescolando l’albume leggermente montato allo zucchero a velo) e poi con i confettini argentati. A piacere possono essere preparati anche senza glassa.

 
4 Comments
  1. deliziosi i papassinos ma splendido il vostro racconto, l’ho letto con molto interesse, naturalmente ho segnato il nome della Locanda, chissà che non capiti da quelle parti! Buona domenica, un bacio grande !

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