A tavola con i ricordi e i sapori delle Feste. Esiste qualcosa di più bello? Per questo abbiamo voluto fortemente il nostro quarto libro, “I piatti delle Feste” (Gribaudo, 14,90 euro).
A Natale o a Pasqua noi italiani amiamo ritrovare il gusto dei piatti tipici locali e regionali di famiglia. Dalla Pastiera napoletana ai Cappelletti romagnoli, dalla Torta Pasqualina al Cappone ripieno sono davvero innumerevoli le preparazioni tradizionali che compaiono sulle nostre tavole in questi particolari momenti dell’anno.
Ogni angolo del nostro meraviglioso Paese ha le proprie tradizioni legate al cibo da portare in tavola in occasione delle Feste, chi sia Natale o Pasqua ma anche il Carnevale, Ognissanti, San Giuseppe o Santa Lucia. All’interno delle tradizioni ciascuna famiglia ha le proprie ricette che vengono tramandate con orgoglio di generazione in generazione: gesti, abitudini, sapori che si fondono magicamente in una preparazione che è qualcosa in più di un semplice piatto. È vita. È amore. È storia. E per fortuna ci sono molte persone che amano portare in tavola “quelle” ricette, custodite con dolce passione. È questo il filo conduttore del nostro libro, “I piatti delle Feste”.
In questo viaggio per l’Italia ci siamo rese conto che ci sono piatti legati in modo indissolubile alla terra che li ha visti nascere: evocano subito nell’immaginario atmosfere, luoghi, sapori, sfidando tutte le distanze spazio-temporali. Raccontano il nostro passato, la storia delle popolazioni e delle regioni a cui appartengono. Un patrimonio immenso e inestimabile. Pensiamo alla Scarcedda, alla Focaccia di San Giuseppe, alla Cuccìa, al Pandolce, alle Scrippelle ‘mbusse.
È grazie alla curiosità nei confronti della nostra tradizione culinaria che impariamo qualcosa in più su di noi e possiamo così portare avanti il nostro prezioso patrimonio culturale, che vive anche grazie alla realizzazione di ricette. Del resto, la cucina è un elemento chiave della cultura. E ce lo dice la storia: la trasmissione dei saperi passa dalla trasmissione dei sapori. Ricette scritte o tramandate oralmente da mamma a figlia, da nonna a nipote sono un patrimonio inestimabile della nostra cucina popolare. Ricette che sono una traccia di quello che siamo, che eravamo e che saremo.
Non è un caso che in tutte le società, le feste e i rituali si esprimano principalmente attraverso il cibo e l’Italia è un insieme senza fine di realtà e usanze locali. “La cucina italiana, come la cultura italiana in genere, ha avuto sempre un carattere ‘dialettale’, senza codificazioni unitarie, omogenee. Questo, credo, è il segreto della sua ricchezza” ha affermato Massimo Montanari, professore e storico dell’alimentazione. Ne siamo convinte e questo è il senso del nostro libro “I piatti delle feste” (edito da Gribaudo, dopo “A Milano si mangia bene”, “Le farine dimenticate” e “I sapori dimenticati”), che trovate in tutte le librerie oppure online (qui).