Il vino della settimana: Rubesco Lungarotti

Il vino della settimana: Rubesco Lungarotti. Il vino iconico di Lungarotti, che racconta l’Umbria nel mondo, festeggia i suoi 60 anni (1962-2022) con un’edizione limitata da collezione. Buon compleanno, Rubesco.

Era il 1962 quando la prima annata del Rubesco – Rosso di Torgiano DOC fu immessa sul mercato. Da allora, sono trascorsi 60 anni e il vino iconico di Lungarotti, che ha segnato la nascita della prima DOC dell’Umbria (1968), festeggia questo compleanno speciale con un’edizione limitata di 3.300 magnum da collezione.

Per l’occasione, la bottiglia da 1,5 L, che contiene l’annata 2019 del vino a base di Sangiovese e Colorino, indossa una veste speciale total-black impreziosita da dettagli dorati. 

Il Rubesco Lungarotti

Creato da Giorgio Lungarotti, uno dei padri della moderna enologia italiana e fondatore dell’azienda di Torgiano, piccolo borgo rurale a pochi passi da Perugia e Assisi, il Rubesco fu un vino innovativo per i tempi che si fece subito notare per la sua grande personalità. Profonda espressione dell’Umbria, delle sue colline e della sua gente, nacque da un nuovo modo di coltivare la vigna, di cui Giorgio Lungarotti fu pioniere, e di vinificare le varietà tradizionali non più in maniera approssimativa, come allora si usava fare, ma scientifica.

Subito riscosse un successo inaspettato sia nei mercati italiani che esteri e negli anni è diventata una delle etichette umbre più diffuse nel mondo.

Origine del nome

Il nome Rubesco deriva dal verbo latino rubescere, arrossire di gioia, e nasce da una felice intuizione di Maria Grazia Marchetti, moglie di Giorgio, che si ispirò a ciò che accade quando si beve un buon bicchiere di vino rosso in compagnia. La veste negli anni è variata, assecondando il gusto grafico dei tempi, ma sempre proponendo richiami forti al territorio: si va dalle primissime etichette su cui appare la torre di Torgiano, all’allegoria della vendemmia riprodotta in una delle formelle della Fontana Maggiore di Perugia di Nicola e Giovanni Pisano (sec XIII) presente sulle etichette dal 1970 ad oggi.

Una scelta che ripropone quel binomio tra vino e arte tanto caro alla famiglia Lungarotti che, non a caso, già nel 1974 inaugurò a Torgiano il Museo del Vino (MUVIT) definito dal New York Times come “il migliore in Italia” per la qualità delle collezioni artistiche esposte.

Note di degustazione

Rosso rubino profondo con lievi riflessi violacei, il Rubesco si ottiene da uve Sangiovese e Colorino raccolte tra fine settembre e inizio ottobre. Di solida struttura e ottima concentrazione, è un vino che evolve con fresca acidità. I tannini sono austeri e di buon equilibrio e il finale è fruttato e appena minerale. Al naso rivela un’elegante complessità di profumi con richiami al pepe, alla cannella e al tabacco e un sottofondo di confettura rossa e violetta.

Ideale da bere a tavola tutti i giorni, si sposa bene sia con i piatti della tradizione sia con pietanze d’alta cucina.

Ancora oggi, il Rubesco è il vino di Lungarotti più famoso nel mondo.

La cantina

Lungarotti è un’azienda vitivinicola storica dell’Umbria, fondata a Torgiano da Giorgio Lungarotti e oggi guidata dalle figlie Chiara e Teresa, coadiuvate dalla madre Maria Grazia e dai nipoti Francesco eGemma. Oggi conta in tutto 250 ettari di vigneti, dislocati tra la Tenuta di Torgiano (230 ha, certificata VIVA dal 2018) e quella di Montefalco (20 ha, a conduzione biologica dal 2010), dove si pratica una viticoltura attenta alla sostenibilità e alla biodiversità, oltre che alla valorizzazione dei vitigni autoctoni intervallati da qualità internazionali. Le due tenute producono in tutto 29 etichette, tra cui il Rubesco Riserva Vigna Monticchio – Torgiano Rosso Riserva DOCG, tra i migliori vini rossi italiani, e il Rubesco – Rosso di Torgiano DOC, profonda espressione dell’Umbria.

Abbiamo parlato di vino anche qui a proposito della cantina di Alice Bonaccorsi e qui di Rovellotti.

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