Spazio Milano, progetto della Niko Romito Formazione

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All’ultimo piano del Mercato del Duomo (ne abbiamo parlato qui) c’è l’interessante ristorante-laboratorio Spazio, un progetto della Niko Romito Formazione, dove i giovani cuochi della Scuola di Formazione di Castel di Sangro (L’Aquila) condividono con gli ospiti, in una sorta di “palestra del gusto”, le storie, le idee e le emozioni che nascono dall’ideazione di un piatto fino alla sua realizzazione. La Scuola, voluta dallo chef Niko Romito (tre stelle Michelin), è stata aperta due anni fa all’interno di Reale/Casadonna a Castel di Sangro. Da Spazio i cuochi si alternano tra sala e fornelli e propongono un menu “facile”, in continua evoluzione, in cui non mancano piatti della tradizione regionale italiana personalizzati con spunti attuali. Abbiamo avuto l’occasione di cenare qui in una caldissima sera di luglio: esperienza da rifare al più presto. Da dove iniziamo il racconto? Dalla vista: strepitosa. Si cena con vista su piazza Duomo. O meglio sul Duomo, con la Madonnina lì in pole position a sorvegliarci. Oppure con affaccio sulla elegantissima Galleria Vittorio Emanuele II. Una magia, in entrambi i casi.

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Il locale, che accoglie con la cucina a vista e gli chef che “danzano” con i loro candidi costumi di scena, è arredato in modo semplice e accogliente: l’ambiente è diviso in tre stanze di altezze e superfici differenti. Nella prima stanza campeggiano scritte e idee, concetti e ricette, lavagne e disegni. Nella seconda domina il legno, con tavoli stile Liberty e anni ‘30, vecchie sedie alternate a sedute di design, con piatti di ceramica bianca, tovaglioli di lino, posate d’acciaio. La terza stanza si affaccia su piazza Duomo ed è caratterizzata da un grande albero (vero) al centro, che riempie la parte alta della sala, mentre si notano qua e là vecchi tavoli e vecchie sedie.

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Ci siamo accomodate proprio in questa sala ed eccoci pronte per le “danze”. La cena parte con uno strepitoso cestino di pane e focaccia, con la Giardiniera (squisita) e con una sorprendente Acqua di pomodoro. Poi, arriva il momento di un piatto che è già diventato un cult, a Milano, tra gli appassionati di food: la Zuppa di Parmigiano e pane con pomodoro, basilico e limone. Bene: questo piatto è “il” comfort food per definizione, una di quelle cose così buone e ruffiane che non puoi far altro che allargare le braccia e goderti l’assaggio. Situazione analoga per i Tortelli di ricotta, distillato di pomodoro, capperi e cucunci (omaggio al “Reale”): piatto semplicemente perfetto, da tre Stelle.

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Si continua poi con un Baccalà al vapore con salsa di cipollotto e asparagi: ci ha colpito la purezza di questo piatto, così semplice e tecnico, in cui la cottura e la consistenza del pesce dominano su tutto il resto. Stessa sensazione quando in tavola è comparso il Filetto di maiale, olive, capperi, pomodori e salsa di mandorle: la carne è stata cotta a bassa temperatura, a lungo, fino a ottenere una morbidezza vellutata. Notevole. Capitolo dessert: abbiamo optato per dolci diversi, da condividere. Tutti buoni e azzeccati, in particolare il Cremoso di mandorle, gel di limone e frolla salata integrale (un dessert pochissimo dolce, perfetto per chiudere una cena di questo livello), ma merita una citazione la Meringa, fragole e panna (affondi il cucchiaio e subito la mente ricorda la ciotolona di fragole con sopra la panna montata che tutti da bimbi abbiamo adorato…ecco quel sapore lì…). L’ultima nota riguarda la carta vini (parecchio interessante e con ricarichi assolutamente corretti: tra i vini assaggiati, ci è piaciuto in modo particolare il Sacrisassi bianco Le Due Terre 2012) e il conto (primi sui 14 euro, secondi a 17, dolci sugli 8): altre due bellissime sorprese. In conclusione, se dovessimo scegliere una sola parola per descrivere la cena opteremmo per “leggerezza”: una cena senza fronzoli, con ingredienti dosati e “in sottrazione”, molto definiti, piacevole assenza di qualsiasi “pesantezza”. Chiudiamo citando lo chef Niko Romito: “Io non sono un minimalista: sono un uomo naturalmente allergico al superfluo. Non sono un asceta: mi piacciono la dimensione del raccoglimento e la naturalezza, e mi sento respinto da ciò che è disarmonico, ma vivo a stretto contatto con l’emozione, con la passione. Non è minimalista o ascetico neanche il mio approccio alla materia prima e alla trasformazione dell’alimento”. Wow. Da segnare in agenda, al più presto, una gita a Castel di Sangro…

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Spazio Milano
c/o Il Mercato del Duomo (3° Piano)
Piazza Duomo – Galleria Vittorio Emanuele II
Milano
Tel. 02 878400

#amilanosimangiabene

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